Si potrebbe
ricordarli come un semplice gruppo rock, ma basterebbe ascoltare attentamente i
loro dischi per capire quanto fossero difficilmente etichettabili. Una
musica ad ampio respiro quella degli Uriah, intrisa sì di rabbiosa
e grintosa elettricità, ma anche di repentine svolte verso melodie dolci
e quiete. Negli anni '70 tutto si sviluppava su questi due poli opposti,
dolcezza e rabbia, l'eccesso era la norma in entrambe le direzioni. Gli Uriah Heep, come tantissimi altri musicisti, seppero interpretare alla
perfezione quel tempo, quell'andamento strano.
L'impetuoso incedere
di brani come
Look at Yourself
e
Easy Livin',
si alternava alle morbide atmosfere da sogno di Lady in Black
e The Park.
Solo i grandi interpreti della vita, oltre che della musica, conoscono e
sanno armonizzare questi saliscendi in cui si corre a folle velocità, a
volte sui binari del suono di una chitarra elettrica, e poi ci si ferma di
colpo, sulle note di una chitarra acustica, magari per parlare veramente
un po' con qualche 'compagno' di strada... Un ritmo altalenante, nella
musica e nella vita, nei suoni e nelle persone, una melodia inconfondibile
e ormai rara a trovarsi, che mentre toglie il fiato, ne restituisce
altrettanto...
I dischi degli Uriah Heep
costituivano un'emozione anche visiva, grazie alle copertine disegnateper
loro dal grande Roger Dean.
Si trattava di cover che narravano di inferi, demoni, folletti, immagini
surreali con le quali la musica degli Uriah Heep si intonava benissimo.
Le copertine di Roger Dean sono quanto di più bello si sia mai potuto vedere
nella grafica abbinata i dischi, tanto che vengono ancora esposte anche come
semplici quadri.
Una Band decisamente da
collasso emozionale
gli URIAH HEEP, così come, del resto, da collasso emozionale era la stessa
Enzina che ballava al suono della loro musica. Furono
guardati con sufficienza da una certa critica musicale che prediligeva
altre band come i Led
Zeppelin, Deep Purple, Black Sabbath. La cosa, per fortuna, non trovò d'accordo una
platea sconfinata di giovani che accorrevano ai loro concerti.
Gli Uriah erano di un altro pianeta rispetto al nudo e
crudo Rock duro, a dimostrazione di ciò è sufficiente immergersi nella
lunghissima suite di Salisbury, il loro secondo album, in cui l'incalzare
di uno stupendo arrangiamento di ottoni e altri strumenti a fiato si fonde
con quello delle tastiere, percussioni e la chitarra di
Mick Box.
Il risultato è un'atmosfera cangiante e mutevole, in grado di dar vita ai
saliscendi cui accennavamo prima. La critica non perdonava loro
anche una certa instabilità interna al gruppo, che nel giro di alcuni anni
diede luogo a troppi avvicendamenti e ..diversi funerali.
Gli Uriah Heep, o quel
che rimane di loro, esistono e suonano ancora, naturalmente invecchiati,
come i ragazzi di quella cantina....
Credo che Dio si fosse
stancato di tutti quegli eccessi degli anni '70,
ecco perchè creò
i Sex Pistols...
(Dal Film Still
Crazy)
E
l'immaginazione scavalcherà ancora una volta la realtà, se non altro per via
del fatto che
Gary Thain
non c'è più, nel 1975 fu trovato morto per un'overdose di eroina nella sua
casa in Norwood Green.
Anche
David Byron
non parteciperà ad alcun revival, se non nella memoria di tanti: anche
lui fu trovato privo di vita nella sua casa di Maidenhead il 28 febbraio 1985. La sua voce,
elettrizzante e dolcissima, è stata tra le più belle che mai ci sia
capitato di sentire.
Gary Thain e David Byron, entrambi entrati in quel
triangolo mortale fatto di alcol, droga e depressione.
Mi ero sbagliato sul conto di
Dio, quella roba anni '70 deve essergli piaciuta, dopotutto... (Dal Film Still Crazy)
A ben guardare, quegli indimenticabili anni '70, oltre ad essere
contrassegnati dal genio, dal talento, dalla musica e poesia di tanti
artisti, furono vissuti anche all'insegna dell'autodistruzione. Vite
sregolate, musica irripetibile, un tempo strano che ora sembra un lontano
sogno....
Già, genialità,talento, sregolatezza, musica come arte, poesia,
esistenze anche immerse nell'autolesionisno,in corridoi senza uscita
fatti di droga e depressione. Quel tempo fu anche questo, mentre oggi ci tocca assistere ad autentici "cloni
macchietta", personaggi scolpiti nella
parodia dell'eterno sballato e nell'imitazione di tutto ciò che un tempo
fu dannatamente vero e non una semplice finzione e scopiazzatura di
atteggiamenti e fonti musicali per attizzare un pubblico di "nuovi polli
d'allevamento" e vendere dischi.
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