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Omaggio a Gianni Siviero Gianni Siviero e il Club Tenco  
 
 

GIANNI SIVIERO

Dovremmo assomigliare a questi nostri Sogni....

Gianni Siviero cantautore anni 70

 

Ha portato la sua vita e le sue canzoni alle prime Rassegne del Club Tenco negli anni 70, ha cantato ovunque vi fosse una bandiera rossa o qualcuno disposto ad ascoltare veramente.....

1971 Gianni Siviero Vol 1

Gianni Siviero Vol 1 - Lp 1971 

Siviero - Del carcere 

 

Il castello di Maggio

Siviero-Dania son sempre io la donna

Negli anni 70 fece la sua comparsa alle Rassegne del Club Tenco, senza certo essere un artista di secondo piano rispetto agli altri cantautori presenti, alcuni dei quali poi diventati famosi e celebrati ancora oggi. Una figura carismatica, decisa, spigolosa, cantava canzoni che entravano con occhio lucido e spietato nelle disuguaglianze sociali, nelle ingiustizie e gli abusi del potere, nelle problematiche dei compagni rinchiusi rinchiusi nelle carceri di stato, negli affanni  del sottoproletariato relegato in una vita difficile di periferia.  Un ragazzone alto, aitante, barba e capelli lunghi, una figura a metà tra quella di uno scappato di casa e un profugo di Woodstock...

Gianni Siviero - Non hai capito

 

Gianni Siviero cantava e piaceva non poco a tutti quegli altri profughi e "scappati di casa" che stavano in platea ad ascoltare attentamente le sue canzoni. Cantava con voce potente e melodica nello stesso tempo, che invogliava al rispetto e all'attenzione,  armato soltanto di una chitarra e alcuni accordi.

Sono anarco-comunista, da sempre, incompatibile con il sistema in tutti i suoi aspetti, quindi anche incompatibile con le situazioni che devono per forza essere accomodanti per sopravvivere. (GIANNI SIVIERO)

Gia in queste sue parole possiamo trovare alcune ragioni della sua progressiva scomparsa dalla discografia italiana, per lunghissimi anni dimenticato anche dal Club Tenco che lo vide protagonista delle prime Rassegne anni 70.  Le canzoni di denuncia sociale, di lotta politica, così come quelle troppo intimiste e confidenziali,  presero a non interessare più a nessuno, ancor meno alle case discografiche che avevano già capito quali erano i cantautori generazionali da cui si sarebbe potuto ricavare profitto o meno. 

E fu così che Gianni Siviero sparì lentamente dalle scene, anche di sua volontà, pur continuando a scrivere canzoni, interi album che la discografia italiana non gli ha consentito di pubblicare. Assassini....

Riporto una straordinaria presentazione che Gianni Siviero fa di se stesso. Straordinaria e rilevante per quel carico di autoironia, semplicità e onestà che Gianni riesce ad infondere in poche, ma suggestive e semplici parole..

Nasco a Torino nel 1938- resto sotto le bombe a Milano. Scappo in Brianza e lì resto fino a che la famiglia non mi trova insopportabile e io non trovo insopportabile lei. Mi arruolo in Marina per potermene andare, vengo escluso dai ruoli di avanzamento per inettitudine totale allo sbattimento di tacchi. Torno a Milano nel '63 e da allora fino al 2005 faccio praticamente tutti i mestieri esistenti in catalogo, compreso quello di infartuato- parallelamente, dal '65 all'85, suono male e canto peggio in tutti i posti che me lo lasciano fare, in tutte le feste dell'Unità, in tutte le situazioni politiche che me lo chiedono. Incido dei dischi,  partecipo anche alle prime serate del Tenco, diciamo fin che Amilcare Rambaldi è davvero l'Uomo solo al comando e il Tenco un sodalizio che va per la sua strada con le sue gambe... Attualmente sono un pensionato che continua a scrivere di tutto da ormai cinquant'anni, non ho mai pubblicato su carta perchè ritengo di non aver scritto nulla che valga un albero. Ho un sito perchè così hanno smesso di chiedermi perchè non pubblico. Vivo a Milano con Roberta, compagna stupenda. Ho una gatta che sembra un boiler e si chiama Magia...
 

Passato il ciclone anni degli anni 70 si restaurarono e riorganizzarono tutti i valori preesistenti (il denaro, il successo, il culto delle apparenze, altro ancora) che per oltre un decennio avevano subito duri attacchi da parte di quella generazione insofferente.  Si riorganizzarono ancor meglio di quanto già lo fossero prima di quel ciclone, con una "Borghesia mai spazzata via", ma viva e vegeta più che mai. Tra i cantautori di quel tempo lontano, solo alcuni furono baciati dal successo, entrando nell'olimpo degli Dei in cui, è storia nota, non c'è posto per tanti, ma solo per pochi.  Artisti di talento, indubbio valore e capacità, questo non si discute, ma che, guarda caso, erano anche i meno legati alla canzone di denuncia sociale, di lotta aperta al potere, all'esistenzialismo impregnato, di malesseri profondi trasfusi in canzone; cantautori che non richiedevano un impegno esasperato nello stare a sentirli, pur offrendo canzoni lo stesso intense e culturalmente valide. Artisti, insomma,  che comunque non ti costringevano pensare, a riflettere troppo, a guardarti attorno, a meditare sul "male di vivere" e sui mali che il potere genera ogni giorno nella nostra vita.

Arrivò il momento di seppellire le energie, i sogni, le utopie degli anni 70. Pensare, tentare di capire, comprendere ed ascoltare veramente, non importava più a nessuno o quasi. Oggi meno che mai...

Gianni Siviero alla Rassegna Tenco anni 70

 

Sono comunque in diversi a non aver dimenticato Gianni Siviero, compreso il sottoscritto. Si muove ancora qualcosa dentro di noi, quando lo sentiamo cantare che "Dovremmo assomigliare a questi nostri sogni..." Gianni Siviero è stato (impropriamente) etichettato come cantautore politico, di denuncia sociale e basta. Non siamo del tutto d'accordo, è sufficiente ascoltare attentamente il suo primo album - Gianni Siviero Volume 1 - per rendersi conto che sapeva scrivere stupende canzoni a 360 gradi, anche con innumerevoli risvolti intimisti. Come altri cantautori degli anni 70, era capace di fare andare di pari passo tutta la rabbia e l'insofferenza con  la delicatezza e la poesia che si portava dentro. Gianni Siviero era in grado anche di scrivere canzoni dolcissime, come questa:

Gianni Siviero - Sconosciuti

 

 

Gianni Siviero entrò comunque a far parte dei  dimenticati dal Club Tenco Come altri si escluse anche volontariamente dal gioco. Approdando negli anni 80, interessavano sempre meno canzoni dai temi disperati, di emarginazione, di storie di periferia, di difficoltà nel vivere quotidiano e parole  come "una mano che ha stretto il badile per una giornata, non può farti carezze leggere nè raccoglierti un fiore".  Gianni Siviero fa parte a pieno titolo della storia della Canzone d'Autore Italiana. Soltanto per gli stolti, per coloro che sono scarsi di memoria, che non ricordano o non sanno,  può essere considerato una figura minore. 

Quindi Siviero diventò in un certo qual modo marginale, immeritatamente,  quando si spensero alcune casse di risonanza musicale-intellettuale-culturale e se ne accesero altre. Ma negli anni precedenti ebbe un ruolo di primissimo piano, non certo secondario a nessuno.  E' pur vero che ormai, attualmente,  il termine "Canzone d'Autore" non ha quasi più ragione di esistere rispetto al significato delle origini...

A questo proposito, Gianni dice:

La dicitura -canzone d'autore- non mi ha mai particolarmente affascinato: tutte le canzoni hanno un autore, e allora? O sono di qualità o non lo sono; lo possono essere canzoni commerciali, così come ci sono canzoni -impegnate- che, dal punto di vista del valore intrinseco artistico, sono delle boiate pazzesche.

Per me, che non ho mai amato gli slogan nè urlati nè gorgheggiati, allora come ora, la differenza vera, data una qualità artistica e di contenuti almeno decente, stava nel comportamento umano dell'artista, nei canali scelti per diffondere il proprio lavoro, nel cachet richiesto, nel capire che fare canzoni è fare informazione e che è un lavoro privilegiato, ma un lavoro che ha tremende responsabilità, e con la stessa dignità degli altri lavori che l'uomo fa per vivere e tentare di realizzarsi.

Giorgio Lo Cascio, in una sua canzone molto bella, diceva  "vorrei fosse un lavoro. ma la chiamate arte", ed ero e sono assolutamente in sintonia con il mio povero e fraterno amico. (Gianni Siviero)

AGGIORNAMENTO LUGLIO 2020

Gianni Siviero, a decenni di distanza, è stato "ripescato" dal Club Tenco in collaborazione con Squilibri Editore, per la realizzazione di un cofanetto dal titolo 'Io credevo' in cui vengono riproposte alcune  sue bellissime canzoni, edite e inedite, interpretate da altri. Nel social l'artista sostiene di essere venuto a conoscenza del progetto che lo riguardava a soltanto un paio di giorni prima della presentazione(!) e conseguente commercializzazione del cofanetto. Ammettiamo di avere avuto grandi difficoltà nel credere alla parole di Siviero, espresse pubblicamente sul fatto di non sapere nulla della creazione del progetto da parte del tandem Club Tenco-Squilibri editore.

Rimane qualche legittima perplessità, anche se affatto interessante per chiunque,  su come si possa produrre un'opera così articolata e ad ampio respiro come il cofanetto "Io credevo", ponendolo poi in vendita al costo di 20/23 euro e anche più, senza metterne al corrente nè rendere parte in causa il diretto interessato sui dettagli di ciò che lo riguardava direttamente, non certo realizzato e definito in un giorno.

La gestazione del cofanetto "Io credevo" ha richiesto comunque un certo tempo, suona anche strano che nessuno tra il folto numero di artisti che hanno arrangiato e cantato i brani di Siviero, abbia messo al corrente l'artista di quanto si stava concretizzando con le sue opere.  Davvero difficile, praticamente impossibile, credere che Gianni Siviero non ne sapesse nulla..

Si ricompatta così il rapporto interrotto da decenni tra Gianni Siviero e il Club Tenco

Inaspettato, almeno per chi scrive, anche vedere un Gianni Siviero che, da quel momento in poi,  si ritrova perfettamente allineato, quasi riverente e in sintonia nei social con tutte le 'formule Club Tenco', anche con alcune scelte artistiche che a molti appassionati della 'vecchia guardia' sono sembrate un'autentica svendita commerciale e un insulto all'identità primordiale, ormai ridotta a brandelli. Tutto questo, sempre nei social, con i classici 'Like' a Siviero da parte di alcuni 'cortigiani' del Tenco,  cantautorini, cantautorine e vari  addetti ai lavori (o pseudo-tali) che ungono le ruote del carrozzone Club Tenco (sempre, comunque e a prescindere), sperando di ottenerne qualche vantaggio. Gente che fino a pochi mesi prima neppure sapeva dell'esistenza di Gianni Siviero.

Siviero,  appena approdato nel Social, affermò pubblicamente che non faceva per lui, diffidenze e perplessità (tutte condivisibili). Si è poi integrato molto rapidamente.

Gianni Sviero, Francesco Guccini, Roberto Vecchioni al Cub Tenco anni 70

Gianni Siviero, Francesco Guccini e Roberto Vecchioni a Sanremo, club Tenco anni  anni 70

 

La paginetta che state leggendo esiste dal 2009, è stata aggiornata solo di recente. Ampiamente considerata da Google che l'ha sempre collocata tra i primissimi posti nel motore di ricerca, inerentemente alla parola chiave 'Gianni Siviero'. Magari a qualcuno è servita per risvegliare la memoria sul valore di questo grande cantautore. Su Youtube i video più visualizzati su Gianni Siviero sono stati pubblicati alcuni anni fa da chi scrive, con l'account 'Aspettando Godot'. Li troviamo ai primi due posti come numero di visualizzazioni, un altro paio sono collocati rispettivamente al quarto e sesto posto. Insomma, nel nostro piccolo abbiamo dato da molto tempo il nostro contributo (che si conclude definitivamente qui) per non far dimenticare Gianni Siviero.

Mah..., c'è un fondo di smarrimento e grande perplessità in chi scrive, che conosce e stima Gianni Siviero da sempre dal punto di vista Artistico. Una conoscenza però davvero minima e approssimativa invece sul piano personale, solo un paio di fugaci incontri nella vita reale. Ci teniamo  quindi  l'artista Gianni Siviero, la sua immensa bravura e le antiche emozioni che ci ha procurato, ci discostiamo invece dall'uomo che troviamo nel Social network, anche per nulla interessati al contenuto e al percorso del cofanetto "Io Credevo".

Scegliamo di tenerci ben stretto il ricordo dell'artista che abbiamo visto all'opera diverse volte negli anni che furono, tralasciando tutto ol resto. Ascolteremo ancora le sue canzoni, anche quella che narra di "quando discende la notte sui tetti sperduti di periferia", più che che consapevoli che quella notte è ormai padrona del campo in tante altre cose. Di luminoso restano i ricordi delle sue antiche canzoni, cantate da lui, non da altri..

 

Comunque, se le cose stanno così (anche se facciamo fatica a crederci) e davvero Gianni Siviero non sapeva nulla, dichiarandosi ignaro del progetto in preparazione che lo riguardava, allora ci si augura che il Club Tenco e Squilibri editore gli abbiano offerto almeno un caffè come ricompensa.. 

"Naturalmente" e neppure troppo stranamente, il disco 'Io credevo', incentrato sulle canzoni di Gianni Siviero è poi finito tra quelli candidati alla Targa Tenco 2020  nella categoria dei migliori Album a progetto. Guarda che combinazione..

 

Ad ogni modo, a sovrastare ogni congettura e perplessità, rimane una certa contentezza (però senza alcuna esultanza, viste le dinamiche in gioco) del fatto che l'artista Gianni Siviero sia stato riportato a una sacrosanta e doverosa attenzione, in un modo o nell'altro..

Gianni Siviero e il Club Tenco

Vi invito a seguire Gianni Siviero anche sul suo sito www.giannisiviero.it

 
 
 
 
 

 

Aspettando Godot - Sito Web - Organizzazione Concerti