Chi
poteva immaginare che questo ragazzino di nome Robert Allen Zimmerman, la sua chitarra e la sua armonica,
avrebbero dato uno scrollone non da poco a tutto un universo borghese e
benpensante?
Chi poteva supporre che milioni di ragazzi si
ritrovassero a guardare il mondo con gli occhi del Menestrello del Greenwich Village?
Esisteva un'America che
considerava un fiore all'occhiello le 'gite turistiche' in Vietnam,
i missili a testata nucleare che "I padroni della guerra"
accatastavano negli arsenali delle loro sbandierate democrazie. Padroni della guerra che decidono a tavolino quanti,
dove e come
devono andare al macello, mentre loro, da sempre, fanno proclami alla
nazione e versano parole di bastarda ipocrisia in occasione di qualche
ricorrenza, appoggiandosi al marmo dell'altare della patria,
inginocchiandosi di fronte al milite ignoto, recandosi ai funerali
di chi costantemente paga per loro, esprimendo il loro "sentito" cordoglio
alle famiglie.
Il menestrello del GreenwichVillage
assestò un calcio sulla faccia a queste e mille altre cose, con pochi semplci accordi di chitarra, la sua voce a tratti sgraziata e la sua
poesia che diceva di no, semplicemente di no..., esattamente come stava
facendo gran parte di un'intera una generazione....
Era un'America
sapientemente narcotizzata con i divi di cartapesta di Hollywood, la
musica di Elvis Presley e altre caramelle del genere....
Gli spacciatori di
droga del potere sono sempre esistiti, continuano a fare il loro mestiere, e non devono neppure
sforzarsi molto. Anche in Italia circolano pusher che spacciano stupefacenti
narcotizzanti davvero letali (Il Festival di
Sanremo, Enrico Papi, il deprimente sorriso di Emilio Fede e del suo
"cavaliere", il Grande Fratello, la solita Disco-Dance che
potrebbe essere suonata anche da un martello pneumatico, i reality shows, e chi più ne ha più ne metta.....), così, tanto da farti arrivare in 'coma profondo'
al cospetto di chi gestisce le mode, i costumi, i balzelli, le finte
democrazie, le regole del mercato e tutta la nostra vita in genere.
E l'America restò di stucco, di fronte al menestrello del
Greenwich Village che osava dire ai burattinai di sempre parole di questo
genere:
VENITE,
SIGNORI DELLA GUERRA...
....Voi che costruite tutti i
cannoni. Voi che costruite tutti gli aeroplani di morte. Voi che costruite tutte le bombe. Voi che vi nascondete dietro ai muri. Voi che vi nascondete dietro le scrivanie. Voglio solo che sappiate che posso vedere attraverso le vostre maschere.
Voi che non avete mai fatto
nulla se non costruire per distruggere. Voi giocate con il mio mondo, come se fosse il vostro piccolo gioco. Voi mettete un fucile nella mia mano e vi nascondete daI miei occhi.
E vi voltate e correte lontano, quando volano le veloci pallottole.
Come Giuda dei tempi antichi, voi mentite ed ingannate. Una guerra mondiale può essere vinta, voi volete che io creda. Ma io vedo attraverso i vostri occhi e vedo attraverso il vostro cervello, come vedo attraverso l’acqua
che scorre giù nella mia fogna.
Voi caricate le armi che altri dovranno sparare, e poi vi
sedete e guardate,mentre il conto dei morti sale. Voi vi nascondete
nei vostri palazzi, mentre il sangue dei giovani scorre dai loro corpi e
viene sepolto nel fango.
Avete causato la peggior paura che possa mai spargersi, paura di portare i figli in questo mondo,
poiché minacciate il mio bambino, non nato e senza nome. Voi che non valete il sangue che scorre nelle vostre vene.
Che cosa so io per parlare, quando non è il mio turno. Direte che sono
giovane, direte che non so abbastanza. Ma c'è una cosa che so, anche se
sono più giovane di voi: che perfino Gesù non perdonerebbe quello che
fate.
Voglio farvi una domanda: il vostro denaro vale così tanto? Vi comprerà
il perdono? Pensate che potrebbe. Io penso che scoprirete, quando la morte
esigerà il pedaggio, che tutti i soldi che avete accumulato non
serviranno a ricomprarvi l'anima.
E spero che moriate, e che la
vostra morte arrivi presto. Seguirò la vostra bara in un pallido pomeriggio. E vi guarderò mentre vi calano nella vostra fossa.
E starò sulla vostra tomba,
finché non sarò sicuro che siete morti. BobDylan -
Masters of War
Il nome di Bob Dylan è ormai
nella leggenda, e vi rimarrà per sempre. Ma questa non vuole essere una pagina
per narrare ulteriormente di Bob Dylan, di cui è gia stato detto e scritto
tutto. Poi, l'unica scrittura che realmente conta è anche la sola chiave di
lettura che c'è, quella che nasce da dentro e con cui ognuno, a modo suo,
decifra la propria storia individuale e collettiva, le persone, le immagini, la musica e
altro ancora, decidendo di conseguenza di che cosa (e di chi) ci si può
innamorare o meno. Soprattutto, di chi ci si può fidare...
Oggi come oggi, Bob Dylan sembra relegato, isolato nella sua leggenda, scavalcato dal tempo e da
quegli stessi stimoli sociali ed esistenziali che lo videro decisamente 'contro'.
Ogni
'restaurazione' è giunta a compimento, purtroppo....., dopo aver guadato a
fatica la riva del fiume in
piena degli anni '60 e '70. Di Bob Dylan rimane l'artista, il musicista di talento, una tra
le diverse voci attendibili per cui optare, come alternativa alla tanta 'musica
spazzatura' in circolazione.
Ma (la tentazione è grande) si può guardare ancora con
nostalgia al menestrello del Greenwich Village, al sogno che seppe interpretare.
Lui, più di chiunque altro...
(Malinconicoblues)
...e la nostalgia ci suggerisce appunto questo:
"Un piccolo essere venuto ad
inceppare gli ingranaggi di un sistema sicuro di sè: a ricordare a tutti che
fuori pioveva ed era ora di bagnarsi insieme, in quelle gocce scomode ma vere.
Cantava come da tempo non si ascoltava più: senza ipocrite finzioni e
formalismi "belli" e inutili. Stordiva con la voce aspra e nasale,
lacerava con gli strumenti intimi, nudi, sei corde e un'armonica sconnessa. Ma
non si fermava lì: andava oltre, incatenando con il suo linguaggio, con la
presenza misteriosa e vivida.
Era protagonista sino all'inverosimile, coprendo
senza requie tutte le ottiche da cui era dato di guardarlo. "Se fosse
vissuto duemila anni addietro, non avrebbe potuto essere che un talmudista, un
profeta. E se oggi è Dylan, è solo perchè la nostra epoca lo vuole
così" scriverà di lui uno dei tanti storiografi. Niente di più vero.
Sembrava calato nei tempi con lucida intelligenza, con una missione da compiere,
e nient'altro, davanti a sè: e anche il mito, che sin dagli inizi cominciava ad
avvolgerlo quietamente, a farlo trascolorare, pareva logico, inevitabile,
doveroso.
Solido come nessuno: diverso. Dylan non era qualcuno da 'copiare' e
basta, un James Dean, un Elvis Presley, la foto gigante in camera e l'autografo
smozzicato. Ti dava qualcosa di più: molte cose di più. Ti accompagnava e ti
indicava la strada: ti apriva gli occhi sui padroni della guerra, sulla
religione come sistema di ipocrisie, Dio dalla parte di tutti e Hollis Brown a
morire in una catapecchia, nell'Amerika del benessere che se ne frega."(Riccardo
Bertoncelli)
A lungo andare, davvero la nostalgia diventa un Malinconico
Blues,
e
siamo ancora qui ad ascoltare Bob Dylan, mentre la puntina di un vecchio
giradischi (lo si chiamava 'piatto')
combatte la sua guerra personale col vinile un po' sfregiato dal tempo, "certi di trovare ancora un milione di sensazioni nel clima tragico di
Ballad of a Thin Man, nell'ironia corrosiva di Rainy Day Women, nella poesia
spettrale di All Along the Watchtower... E se non saranno le medesime emozioni,
saranno certo più ricche, vere, incisive."
Siamo ancora qui, con gli anni che passano e che non ci smontano nemmeno un po'
nei confronti di tutto ciò che abbiamo amato, che amiamo e in cui crediamo. Sì, siamo ancora qui,
quasi a buon punto nella saggezza di"togliere Bob dalla
stanza degli idoli, di quegli esseri che 'hanno sempre ragione/per quello che
fanno e per quello che dicono/intoccabili e presi per buoni', come lui stesso
diceva. E per metterlo, invece, nella parte migliore di noi, dove i nomi hanno una forma e una storia,
non ammuffiscono e non diventano vuoti,
e riescono sempre ad insegnare qualcosa.."
Noi, tutti quei nomi che ci hanno
insegnato qualcosa non li abbiamo dimenticati.