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CLAUDIO LOLLI - Un Amore eterno

Claudio Lolli, un amore eterno

Qualcuno definisce Claudio Lolli un cantautore triste, nello stesso modo in cui liquiderebbe un Luigi Tenco o un Cesare Pavese. Naturalmente non siamo d'accordo, basta leggere i testi delle sue canzoni, dissociandoli dalla musica, che naturalmente non trascina in un ottica "ballerina e canterina", e allora si capisce che Claudio  ha un senso dell'amore, dell'amicizia, della fratellanza, dello stare insieme, così alto che per forza di cose  è andato a scontrarsi con una realtà che parla un'altra lingua. Da qui a metterla sul personale il passo è stato breve.. Come pochissimi altri ha avuto il coraggio di mettersi in gioco, sempre sul personale, quasi senza pudore...

E' semplicemente un poeta, nient'altro che questo. Un poeta che non poteva, non può, né mai potrà essere adottato come fenomeno di massa, come, invece, è accaduto ad altri poeti-cantautori, alcuni dei quali hanno poi effettuato un'autentica svendita della loro identità. 

Ha scritto e cantato d'amore, di amicizia e di libertà come pochi altri hanno saputo fare, e lo sfondo di tristezza con cui viene catalogato altro non è che lo stupore, la malinconia dell'uomo che vede queste intime ambizioni troppo spesso respinte dalla realtà di tutti i giorni.

Esistenzialista, fino all'analisi impietosa di se stesso e del mondo, decisamente schierato contro il potere, anche quello discografico, Claudio Lolli mal si presta ad essere utilizzato  da coloro che (ad esempio) riescono a far coesistere fugaci ascolti di Fabrizio De Andrè con le loro discoteche, col Festival di Sanremo e assorte visioni del Grande Fratello. 

Claudio Lolli non lo puoi usare come una collaudata firma per far credere al mondo che il palato fine ce l'hai anche tu, magari mentre discuti di un lacerante dubbio: chi uscirà dalla "casa"....?

Perdonateci il paragone, che alcuni troveranno sicuramente eccessivo o irriverente, ma secondo noi Claudio Lolli è il Leo Ferrè della canzone italiana. L'accostamento è anche (ma non solo) nella coerenza portata avanti fino in fondo, pur se le sole barricate rimaste in piedi sembrano essere non scendere assolutamente a patti con ciò che si è, in cui si crede o si è creduto. Un altro punto di contatto tra Claudio Lolli e Leo Ferrè è l'aver cantato entrambi la ribellione e ogni possibile ed immaginabile no rivolto verso il potere, ma anche l'aver dipinto l'amore e l'amicizia nella loro estrema bellezza, in un anelito di condivisone con gli altri di speranze, sogni  e utopie.

Claudio Lolli è un duro nelle sue dolcezze e fragilità infinite; è uno che non ha mai fatto proseliti nè è stato mai attorniato da uno stuolo di Fans strepitanti e dalle loro grida estasiate. Oscurato dal sistema mediatico, per nulla protetto dalle "strutture ufficiali" che si occupano di canzone d'autore, Claudio Lolli ha saputo conservare intatti la stima e l'approvazione di un vasto pubblico di inossidabili innamorati delle sue canzoni.

Tante persone lo hanno eretto a simbolo delle loro stesse durezze, ribellioni, affanni e fragilità. Un consenso silenzioso e indistruttibile.

Nulla di strano che questa approvazione incondizionata provenga dai vecchi elefanti degli anni '70, ma la cosa assume un risvolto straordinario di fronte a quei giovani e giovanissimi che hanno trovato in Claudio un loro punto di riferimento. 

 

Claudio Lolli, o lo ami totalmente, oppure non sai nemmeno chi sia.  E gli innamorati di Claudio Lolli non sono mai arretrati di un metro. Intendo dire che sono davvero molti, almeno rispetto a quanto pensavo. A stupire  non sono tanto i reduci degli anni '70 che sono rimasti fedeli a Claudio, ma quella moltitudine di giovani che si sono legati a lui a doppio filo. Piccoli indiani fuori dal coro.....

Insomma, tutte persone dalla parte del torto, schierate con Lolli. Compreso chi scrive...

 

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