LA' DOVE SENTI CANTARE FERMATI, I MALVAGI NON HANNO CANZONI....
Ho conosciuto
Amilcare Rambaldi nel
1976, dopo aver già presenziato alle situazioni sperimentali del Tenco nel 1972 e
1973. Naturalmente fui presente alla prima rassegna ufficiale del 1974 e alla
seconda del 1975. Lavoravo in una radio locale (libera, naturalmente), curavo un
programma sui cantautori, guarda caso. La canzone d'autore non aveva ancora
raggiunto un tasso di inflazione che ne sminuisse il fascino, quindi non veniva
meno l'entusiasmo di spingerla avanti e diffonderla. Un pomeriggio, nel bel
mezzo del mio programma, dedicato in quell'occasione a Joan Baez,
ricevo una telefonata.
-
Ciao, sono Amilcare Rambaldi...
Provai un attimo
di smarrimento, era lui, proprio lui, già un mito per me, oltre che la persona
che più di ogni altra aveva saputo organizzare nei primi anni '70 quello sparuto
drappello di cantautori ancora semisconosciuti, per lanciarli "come una
locomotiva" contro le strutture tradizionali della musica leggera italiana.
Ero decisamente emozionato. Mi fece i complimenti per il mio programma, la cosa mi diede
una gioia immensa,visto che mi arrivava dalla fonte più autorevole che esistesse
in circolazione. ....
Poi mi chiese da quale nastrino di contrabbando avessi recuperato quei brani dal
vivo di Joan Baez che stavo trasmettendo. Non ebbi il coraggio di confessargli
che, semplicemente, l'avevo "spapaverato" ai magazzini Standa. Farfugliai qualcosa,
intimidito e imbarazzato. Sapevo chi era l'uomo che mi stava parlando e quale
ruolo avesse nel panorama della 'nuova canzone' che stava avanzando su tutti i
fronti, mentre la sua voce voce tranquilla e gentile ancora si complimentava
per il programma, che realizzavo portandomi i dischi da casa. Avete idea
di che cosa significhi circolare con 20/25 LP sotto il braccio, quando non
possiedi neppure un motorino? Rammento che arrivavo in autobus fino ai piedi di
una collina, detta Madonna della Guardia. Radio
Stereo Sanremo 103 era situata lassù, poi si
trattava di arrampicarsi a piedi lungo una salita che tagliava tutta la collina
e che non finiva mai, sempre con gli LP sotto il braccio.
Ma per fortuna, dopo, al ritorno, c'era la
discesa...
Amilcare mi chiese se volevo andare a trovarlo nel suo
magazzino di fiori di via
Meridiana. Fino a quel momento lo avevo incrociato solo nelle notti che,
da un paio d'anni, seguivano i concerti del Tenco. Chiamiamole notti di
dopo-rassegna, indimenticabili quelle trascorse in un caratteristico locale di
Sanremo: "Il Pipistrello". Il giorno seguente mi ritrovai in sua compagnia, in una stanzetta
al piano di sopra dei locali in cui svolgeva la sua attività nel commercio dei
fiori. Amilcare mi mise subito a mio agio, mi guardai attorno: dischi,
musicassette, articoli di giornali, provini che gli giungevano da ogni
parte, locandine del Club Tenco...
Soltanto oggi ho ben chiaro che in quella
in
quella stanzetta è transitata tutta la canzone d'autore italiana più importante,
fisicamente e simbolicamente.
Una strana casualità: la scintilla
che fece nascere il mio interesse verso la canzone d'autore avvenne quando,
sotto il banco di scuola, sbirciavo l'articolo di una rivista che diceva
più o meno così: "Bravi, ma chi li vuole?", riferendosi a Piero Ciampi,
Francesco Guccini e Roberto Vecchioni. In quell'articolo, se la memoria non mi
tradisce, era presente pure uno stralcio del testo di "Luci a San Siro" di
Roberto Vecchioni. Fu proprio leggendo le parole di quella canzone che fui
sbalzato via dalle canzonette ascoltate fino a quel momento, verso tutto un modo
nuovo e diverso di intendere musica e parole.... La strana casualità è
nel fatto che negli stessi giorni Amilcare Rambaldi stava leggendo quello
stesso articolo, da cui trasse la felice folgorazione di radunare a
Sanremo le voci più rappresentative di quella "Nuova Canzone". Quando gli
comunicai questa cosa, Amilcare mi sorrise e io mi sentii felicemente complice
di qualcosa.....
Da quel giorno diventarono frequenti
le reciproche telefonate e andavo a trovarlo spesso. Me lo ricordo chino sulla
sua sulla macchina da scrivere. In alcune occasioni mi
invitò a cantare e suonare le mie canzoni in serate prologo alla
Rassegna Tenco.
No, non
diventai mai un operatore attivo nell'ambito del Club Tenco, ma Amilcare mi accoglieva sempre con la consueta disponibilità, non
formale, che sapeva esprimere. Mi diceva: - Ciao Ragazzo, come andiamo? - E poi
via, al piano di sopra, a parlare di canzoni, mentre mi metteva a conoscenza dei
progetti del 'Tenco' per l'immediato futuro, progetti filtrati dal
suo dispiacere nel ritrovarsi boicottato dal Comune di Sanremo e dai politici (democristiani) di turno,
indifferenti agli sforzi organizzativi del Club Tenco. Era normale questa
indifferenza, almeno fino a quando ci si accorse che quella sparuta pattuglia
iniziale di innamorati si era trasformata in una massa di migliaia di persone.
Allora arrivarono i primi aiuti e finanziamenti, visto l'evidente tornaconto in
termini turistici e pubblicitari. Ma fino a quel momento, Amilcare
pagò sempre
di tasca sua.
Amilcare
Rambaldi aveva molto da dire e
sapeva ascoltare, quindi apparteneva a quel genere
di persone ormai introvabili, accanto alle quali non va mai sprecato nemmeno un minuto, un giorno, una
vita.... Raccoglieva gli umori giovanili, accettava consigli e
offriva i suoi facendoli nascere solo dalla serenità e dalla saggezza che si
portava negli occhi. Stargli accanto mi dava un senso di serenità. Anche
io, pur nella mia inesperienza di valori umani, percepivo la bellezza di
quel grande vecchio che...mi sembrava molto più giovane di me.
Amilcare seguiva le mie
trasmissioni a Radio Stereo 103, programmi improntati sui cantautori, alcuni dei
quali
destinati alla celebrità ed altri che sarebbero rimasti ignoti a quasi tutti. Il mio archivio
personale me l'ero costruito da solo, tassello dopo tassello, scandagliando in
lungo e in largo tutto ciò che ormai veniva definito come "nuova canzone". Una volta mi chiese se conoscessi qualche cantautore che
ritenessi meritevole di essere invitato alle serate del Tenco, e lo chiedeva ad
un ragazzino! Suppongo avesse intuito l'amore infinito che provavo per la
"Canzone d'Autore"che
Amilcare stava organizzando, radunando attorno a sé, perchè non risultasse
frammentata, sparsa qua e là o semplice estemporaneità destinata a svanire. Gli feci
ascoltare un disco di Stefano Palladini, che metteva in musica le poesie
di Pavese, Machiavelli, Pascoli..... , e Stefano Palladini nel 1977 partecipò
alla rassegna della canzone d'autore. Ricordo che continuò sempre a chiamarmi
"Ragazzo", anche quando un ragazzo non ero già più.
In ricordo di Amilcare ho fatto questo clip...
Ad
AMILCARE RAMBALDI, con
riconoscenza..
Non scopro nulla di nuovo se affermo che
la Canzone d'Autore italiana deve molto ad Amilcare Rambaldi, la spinta del
grande vecchio e del suo Club Tenco fu determinante nell'organizzarne le fila e
raccoglierne le voci più significative, altrimenti sparse qua e là, anche
slegate tra loro. Si creò un drappello di artisti, giornalisti, disegnatori e
appassionati in genere, tutti in grado di offrire il loro contributo a favore
della Nuova Canzone. Certo, adesso quella 'canzone' non è più nuova, molti
artisti di un tempo sono diventati qualificati mestieranti musicali, passate
anche tutte le mode che inevitabilmente riassorbirono qualcosa che di moda non
voleva essere. E non domandiamoci perché comunque molti ragazzi di oggi, a
rappresentazione della loro visione del mondo, vanno al recupero di canzoni come
La Locomotiva, Borghesia, Luci a San Siro,
Ho visto anche degli zingari felici,
e altre. Ciò avviene per via delfatto che le antiche energie che le
hanno generate ancora sopravvivono nell'aria, sia pur scavalcate
dal tempo.
Foto
Roberto Coggiola
Il Club Tenco di Amilcare Rambaldi
non esiste più da tempo immemorabile, progressivamente sostituito da un altro,
tristemente diverso dall'originario...
Si sorride amaramente di
nostalgia nel ricordare le parole che Rambaldi pronunciò in occasione della prima edizione della Rassegna
parlando della sua neonata creazione:
“Oggi, 24
luglio 1974, alle ore 21.30, nasce la Rassegna della Canzone d'Autore – Premio
Tenco. E' stata una gestazione travagliata. Vedremo, dopo i primi quattro giorni
se questa creatura è viva e vitale. La manifestazione si intitola al più geniale
e tormentato cantautore italiano. Egli ci ha lasciato un messaggio che noi
abbiamo raccolto. Cercheremo di non tradirlo, richiamandoci sempre alla qualità
della canzone, rifiutando ogni compromesso, e
pazientemente, lentamente, faticosamente proseguirà la nostra azione intesa a
divulgare una canzone di maggior impegno poetico, culturale, sociale. […]
Vorremmo che tutti considerassero questa rassegna non solo spettacolo ma
riunione di amici del Club che ascoltano altri amici del Club. Per questo non
abbiamo dato alcuna forma di ufficialità, neppure per la consegna del Premio
Tenco. Tutto deve svolgersi in tutta semplicità, cordialità, nello spirito di
amicizia che è proprio del Club. C'è un unico tocco frivolo in questa cornice:
un ciuffo di fiori. Ce lo siamo permessi. Siamo a Sanremo.”
Anche Amilcare Rambaldi non c'è più e i "suoi
ragazzi" stanno scomparendo poco per volta.E' tutta un'epoca che vola via,
fatta di sogni, utopie, tante speranze proiettate in musica e parole. Amilcare
Rambaldi è anche un esempio incontaminato e puro da seguire da parte dell'associazione
Culturale Musicale Aspettando Godot
che
chiama a raccolta ogni anno diversi Cantautori storici, alcuni dei quali
non sono certo poi
diventati ricchi e famosi, a differenza di altri che hanno avuto miglior sorte. Ma anche loro erano
e resteranno per sempre
"i ragazzi di Amilcare".
In ogni scintilla che anima la mia
passione per la canzone d'autore, c'è qualcosa che ho imparato da Amilcare
Rambaldi. E
soltanto da lui..