Negli anni '70 fu tra i primi ad
affascinare con le sue canzoni, prediligendo però il contenuto
mistico e spirituale a quello politico e sociale. Questo non
gli impedì di entrare nelle grazie di una generazione aperta ad ogni
risvolto della "Nuova Canzone d'Autore" che stava avanzando su tutti
i fronti. Riuscì a farsi amare anche da una buona parte di coloro
che erano concentrati su musica e parole maggiormente legate
ad un risvolto insurrezionale piuttosto che mistico-religioso.
Ovviamente c'erano le eccezioni..
Componente dei primi Stormy
Six, se ne separò qualche tempo dopo,
forse a causa di quelle divergenze tra tendenze che spesso cantavano
solitudine, rabbia e guerra, e altre, più spirituali, votate ad un
amore universale che, almeno su questo pianeta, non si sa quando (e
se) troverà posto. L'impressione è che gli Stormy Six abbiano
dedicato proprio a Claudio Rocchi la canzone "Fratello",
quasi a chiarire il perché di quella separazione:
"Fratello, quando l'ultimo
sfruttatore, l'ultimo corruttore, l'ultimo carrierista, l'ultimo
ipocrita, l'ultimo borghese saranno scomparsi da questa terra,
allora sarà giunto il vostro momento di parlarci d'amore.'
Rocchi cantava altre cose.
A modo suo fu una sorta di
precursore di quella spiritualità, alquanto in auge fino al
decennio scorso, che guarda all'India o all'oriente in
genere come centro nevralgico della propria evoluzione
personale. Per molti diventò una moda. A coloro che facevano
scampagnate in India (per moda, appunto) per ascoltare le parole
dell'ennesimo sedicente dio sceso sulla terra, preferiamo di
gran lunga quelli che percorrono poche centinaia di metri, per
raggiungere qualche ospizio o ospedale, sarebbe a dire alcuni di
quei territori dove la dignità della vita viene incrinata e
mortificata tutti i giorni.
La realizzazione del sé,
ridotta a sterili elucubrazioni pseudo intellettuali, una sorta
di hobby a cavallo tra un millennio e l'altro, strizzando un
occhio a discipline ascetiche, a filosofie antiche come il
mondo, e l'altro ai consueti valori consumistici occidentali. In
questo caso, non ci sembra una pratica così diversa dal
bricolage o dal cicloturismo la domenica mattina. Claudio
Rocchi affrontò
queste tematiche molto più seriamente di tanti improvvisati
cultori, mettendo realmente in gioco tutto se stesso e la sua
vita. Non seguiva le mode e i tempi, fu un precursore a tutti
gli effetti di tematiche musicali ed esistenziali.
Gli aspiranti "illuminati"
moderni ci suggeriscono che "noi siamo Dio", magari
accompagnando questo concetto con tortuosità mentali che spesso
hanno il sapore del fine a se stesso. Nel 1972 Claudio
Rocchi sosteneva la medesima cosa - noi siamo Dio - e
già si spiegava al meglio in questa canzone estremamente
semplice e delicata.
La realta' non esiste
Quando
stai mangiando una mela, tu e la mela siete parti di Dio, quando
pensi a Dio sei una parte di ogni parte, e niente è fuori da tutto.
Quando
vivi tu sei un centro di ruota e i tuoi raggi sono raggi di vita,
puoi girare solo intorno al tuo perno o puoi scegliere di correre e
andare.
Quando
dormi tu sei come una stella e il respiro è come fuori dal tempo,
quando ridi è come il sole sull'acqua, sai che farne della vita che
hai.
Quando
ami tu ridoni al tuo corpo quel che manca per riempire un abbraccio,
quando corri sai essere lepre o lumaca, se hai deciso di arrivare o
restare.
Quando
pensi stai creando qualcosa, l'illusione è di chiamarla illusione,
quando chiedi tu hai bisogno di dare, quando hai dato hai realizzato
l'amore.
Quando
gridi "la realtà non esiste", hai deciso di essere Dio e di creare,
quando chiami tutto questo reale, hai trovato tutto dentro ogni
cosa.
Sul finire degli anni '70 Claudio
Rocchi estremizzò definitivamente il proprio misticismo, entrando a
far parte degli Hare Krishna; lo ritroviamo che fa la spola tra
l'India e le varie comunità disseminate in Italia. Almeno quattro i
suoi dischi che consideriamo indimenticabili: Viaggio (1970), Volo
Magico n.1 (1971),
La Norma del Cielo (1972), Essenza (1973), Il
miele dei pianeti, le isole, le api (1974).
Dal mio Album in
vinileVIAGGIO
ho relizzato questo video, ve lo faccio vedere e ascoltare
CLAUDIO ROCCHI - LA
TUA PRIMA LUNA - video
Lo ricordiamo, nel 1974, sulla scena
della prima Rassegna
della Canzone d'autore organizzata
dal Club
Tenco. Per alcuni non era certo uno sconosciuto, anzi, forse era l'artista
più atteso. Si presentò su un palco pieno zeppo di candele
accese, con una chitarra, la sua compagna e un cagnolino che
si aggirava tra microfoni ed amplificatori. Si creò un'atmosfera
quasi surreale.
La prima rassegna del Club Tenco, ora
ha il sapore della leggenda.
Claudio Rocchi, l'avrei incrociato
nuovamente un paio d'anni dopo, a Ravenna, al raduno nazionale
di Gioventù Comunista. Quella volta si affacciò sulla scena con un
registratore a bobine Revox e ci fece ascoltare...la registrazione del
battito del cuore del suo bambino, non ancora nato, spiazzando
totalmente chi si aspettava un inizio con musica e canzoni, Forse,
a pensarci bene, erano proprio quegli
anni '70 e ciò che si
respirava nell'aria ad essere surreali.
La sua produzione discografica
più importante è quasi tutta concentrata nella prima metà degli anni
'70. Con la restaurazione degli anni '80 in avanti, le sue canzoni
cessarono di suscitare interesse nel tunnel del cambiamento dei tempi.
Lo si ritrova così in Nepal, alla guida di un'emittente radiofonica in
cui compaiono altri artisti occidentali che hanno compiuto il gran
balzo spirituale (tra i quali Cat Stevens e Sinead
O' Connor), catapultato in un un'organizzazione manageriale
straordinaria. Un connubio perfetto tra religione, misticismo e
tecnologia.
E ci fermiamo qui, in questa paginetta
molto approssimativa su Claudio Rocchi, tralasciando di raccontare del
suo successivo ritorno in Italia e della sua produzione artistica più
recente. Il cambiamento radicale dei tempi non ha impedito a Claudio
Rocchi di poter contare ancora su uno vasto zoccolo duro di fedelissimi
estimatori. Le
sue canzoni hanno
rappresentato un'epoca in cui, tra le altre tantissime cose, anche la
ricerca spirituale ebbe la sua importanza. Una ricerca che Claudio
Rocchi non ha di certo abbandonato. Sue queste recenti parole:
"I
diversi modi possibili di confrontare gli accadimenti sono la
prova dei diversi "noi".
C'è un me che sorride ad un'offesa, ad
esempio, e ce n'è un altro pronto all'"occhio per occhio". Il
primo è nel gruppo che fa la pace, il secondo in quello che fa
la guerra. Il "presente" mentre scrivo una canzone è lo stesso
presente abitato dalle bollette che devo pagare in posta, dal
"litigio" con il mio amore, dalla necessità di fare la spesa,
dal dolore sotto il polpastrello del dito, dalla voglia di sole.
Di
volta in volta, quando ne siamo capaci, scegliamo il
presente cui dedicarci prioritariamente, se non ne siamo capaci
siamo scelti noi dal "presente" che ci sovrasta più degli altri
sino ad annientarci a volte, o a magnificarci.
Fossimo
pietre saremmo lì fermi per terra. Ma siamo cristalli che
accolgono le varie luci del presente (stati emotivi,
accadimenti) e (come prismi plurisfaccettati) la
riflettiamo "creando" proiezioni di luce rifratta.
Se poi
volessi prendere per buona la bizzarra idea che "così è nel
piccolo, cosi è nel grande" (Kybalion, Ermete Trismegisto)
vedresti come muovere un dito qui potrebbe creare un mondo là,
tra micro e macrocosmo...."(Claudio Rocchi)
Prima di abbandonare questa vita il 18 Giugno
2013, il ritorno di Claudio Rocchi sulla scena musicale italiana con il
disco "In Alto", inciso per la mitica
etichetta discografica Cramps, fu accolto con grande entusiasmo.
Nel Marzo 2012 Claudio Rocchi ha
partecipato alla 1 Rassegna Storica e Nuova Canzone
d'Autore a La Spezia,
organizzata dall'associazione culturale musicale
Aspettando Godot. In
quell'occasione l'associazione ha conferito a Claudio Rocchi un
riconoscimento alla carriera, visto che i tradizionali gestori
della canzone d'autore in Italia hanno sempre omesso di
farlo.
Noi, scalcinati materialisti ancora
fermi alla "Nutella e al Vinile", che spirituali, mistici e tecnologici
non siamo, qualche volta ascoltiamo ancora i vecchi LP di Claudio
Rocchi senza poter
fare a meno di rimanere incantati di fronte al fascino e al carisma di
un grande artista che ha permeato di sè la canzone d'autore degli anni
70, perfettamente intonato con una generazione che, tra le altre cose,
sognava anche l'India e Amsterdam, non certo di poter partecipare a un
Grande Fratello relegato nelle fogne
del vuoto ancora da
venire...
La costruzione della grande storia
della Canzone d'Autore Italiana, è passata attraverso il nome di Claudio
Rocchi, e ancora transita
nelle canzoni che ci ha lasciato.